La grande mole di studi condotti negli ultimi decenni in ambito neuroscientifico ha confermato la presenza di anomalie funzionali e strutturali nel cervello dei pazienti schizofrenici. Tuttavia, sebbene dalla nascita del primo antipsicotico nel 1952 ad oggi si sia fatta luce su alcuni importanti meccanismi cerebrali di questa patologia che rappresenta il paradigma della malattia mentale, il nostro livello di conoscenza è ancora incompleto, in particolar modo per quanto riguarda la natura dei processi biologici disfunzionali sottostanti, le loro cause e, ancora di più, il loro inizio e sviluppo temporale.
Ed è proprio sulle origini della patologia schizofrenica, considerata soprattutto da un punto di vista della sua genesi neurobiologica, che si concentra la review di Kahn e Sommer “The neurobiology and treatment of first-episode schizophrenia”, pubblicata su Molecular Psychiatry (2015) 20, 84–97.
“Quando si manifesta per la prima volta la schizofrenia? Il suo inizio coincide con il primo esordio psicotico, con la comparsa dei primi sintomi o dobbiamo collocarlo molti anni prima della sua diagnosi?” Secondo gli autori queste sono alcune delle domande fondamentali sulla schizofrenia, che restano ancora senza una risposta univoca e che ne consentirebbero una maggiore comprensione e quindi un più rapido ed efficave trattamento.